domenica 30 settembre 2012

Open Space Technology: uno strumento utile anche per la mediazione?



Avete mai partecipato ad una riunione con più di 10 partecipanti (o più) con la necessità di dover prendere a tutti i costi una decisione importante per tutti i partecipanti? Ad esempio un meeting di lavoro, un’assemblea di condominio o di una società?

Bene. A mio avviso, è il genere di esperienza che fa perdere la speranza per il futuro del genere umano. Tutti che parlano, nessuno che ascolta, la maggior parte che si lamenta, alcuni litigano furiosamente senza neppure sapere il perché.

Il problema di fondo è che la difficoltà di comunicare (e quindi di condividere le informazioni e prendere decisioni) aumenta in misura esponenziale per ogni persona che prende parte all’incontro. A tutto questo esiste però un rimedio piuttosto efficace. Si chiama OST. No, non è un’organizzazione segreta né un serial televisivo, anche se effettivamente suona un po’ sinistro. È un acronimo e sta per Open Space Technology .

Descritto in poche parole, uno strumento per poter discutere in gruppo in modo organizzato e creativo. Non intendo convincervi della sua utilità ma posso dire, per esperienza personale, che è molto efficace oltre a rappresentare un’esperienza interessante e coinvolgente.

Alla base, l’idea di aiutare le persone a comunicare efficacemente, a trovare spazi di condivisione, a decidere soluzioni che tutti hanno contribuito a costruire e che tutti sentono “giuste” tanto quanto “proprie”. Se vi viene in mente la mediazione, non state sbagliando strada. Le radici sono comuni e anche una certa logica di fondo.

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