giovedì 29 novembre 2012

Mediazione: Severino,valuteremo possibilità nuove forme


(AGI) - Roma, 29 novembre

La mediazione «è un importante strumento deflattivo. Stiamo facendo riunioni con magistrati e avvocati per verificare quali possano essere le possibili forme di mediazione obbligatoria».

Lo ha detto il Guardasigilli, Paola Severino, nel corso della sua visita al Salone della Giustizia. Il ministro ha detto di «attendere le motivazioni» della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato le norme sulla mediazione: «Vogliamo studiare il tema – ha concluso - per ottenere i massimi effetti».

Ottimo, tuttavia, come sottolinea anche Luca Tantalo nel suo blog (link), «sarebbe auspicabile che il Ministro inviti alle riunioni anche gli organismi di mediazione...»Trovo infatti curioso che il futuro della mediazione venga deciso al di fuori del "tavolo dei mediatori"...

“Obbligatorietà” di migliorare la mediazione


Da Blog conciliazione (link)
di Nicola Giudice*

Dopo che anche l’ultimo emendamento è stato respinto, non sembrano profilarsi all’orizzonte ulteriori possibilità di ripristino dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione. Così sembra, ma poi chissà cosa farà il Governo quando e se la sentenza uscirà.

Cade (forse) la mediazione obbligatoria perchè il legislatore non ha previsto espressamente il ricorso all’obbligatorietà. Parrebbe quindi un vizio di forma, un cavillo che avrebbe potuto, potrebbe e forse potrà, in futuro, essere sanato. Questo per dire: mica detto che l’obbligatorietà prima o poi non torni, magari vestita di nuovo.

I media, sempre fedeli ad una linea di scarsissima attenzione ai dettagli e sempre di fretta, hanno intonato il de profundis con titoli come “Mediazione in archivio” o “Svanito il sogno della mediazione”. Non è così, e va detto e ripetuto: cade (forse) un modo di accedere alla mediazione (il tentativo obbligatorio) ma resta in piedi la mediazione come strumento. E non è poco, anzi, è molto e forse anche meglio.

La sensazione personale è che l’obbligatorietà abbia reso la mediazione molto conosciuta ma anche molto impopolare. Non c’è rosa senza spine. I detrattori della mediazione avevano buon gioco a vedere il bicchiere mezzo vuoto, guardando con (comprensibile) sospetto a mediatori assolutamente impresentabili e improvvisati, a organismi con meccanismi tariffari da supermercato con promessa di “abbonamenti premium” (tutto vero, basta farsi un giro in rete), a incontri compressi in 45 minuti perchè fuori dalla sala premevano altre parti, all’inutilità dei verbali di mancata comparizione… e fermiamoci qui perchè l’elenco è lungo.

Ma l’obbligatorietà ha avuto, ha e (forse) avrà il grande merito di aver posto il problema, ha scosso la sensibilità, ha permesso di immaginare un’alternativa possibile  che, nonostante tutti i limiti di cui sopra, funzionava e tuttora funziona.

Bisogna oggi pensare ad un futuro dove la mediazione si possa configurare sempre di più come una concreta opportunità, a prescindere dal fatto che essa possa (anche) essere configurata come un obbligo. E perchè le parti e i legali prendano in seria considerazione questa opportunità, bisognerà lavorare sempre di più per migliorarsi, come mediatori e come organismi di mediazione.

* Responsabile Servizio di conciliazione- Camera Arbitrale di Milano

mercoledì 28 novembre 2012

Mediazione: improponibili tutti gli emendamenti


Dal blog di Luca Tantalo (link)28 novembre 2012
Nella giornata di ieri, 27 novembre, è emerso definitivamente (anche se in modo un po' confuso) che tutti gli emendamenti al decreto crescita, depositati in X Commissione al Senato, e tesi a ripristinare la condizione di procedibilità, sono stati dichiarati improponibili.
I primi a subire questa sorte sono stati il 16.0.2 (a firma originariamente del sen. Ghigo, a cui si sono poi aggiunte firme dei senatori De Lillo e Latronico) e 37.0.26, che prevedevano l'esistenza della condizione di procedibilità sino al 31 dicembre 2017, e aggiungevano, per la validità della proposta del mediatore, la necessità della presenza delle parti assistite dal legale.
In seguito, anche se tuttora l'indicazione sul sito del Senato non è chiarissima, sono stati dichiarati improponibili anche il 16.0.2 e il 37.0.26 come riformulati dal sen. De Lillo, e di cui parlava l'articolo del Sole 24 Ore di ieri: Il Sole 24 Ore 27 11 12.pdf
Questi emendamenti avrebbero modificato sostanzialmente la normativa, venendo anche incontro alle richieste della parte dell'avvocatura che è contraria. Riportiamo quanto descritto nella loro relazione illustrativa:
L'emendamento in materia di mediazione delle liti rivoluziona in positivo il sistema introdotto dal D.lgs. 28/2010, prevedendo un periodo ragionevole di sperimentazione (3 anni), limitando il novero delle “materie obbligatorie” (con l’eliminazione di alcune particolarmente complesse, come divisioni e successione ereditarie, e di altre meno idonee come la diffamazione a mezzo stampa e i patti di famiglia) e riducendo la durata massima della procedura (da 4 a 2 mesi, in linea con la durata di procedure simili, che le parti potranno tuttavia concordare di estendere, se lo riterranno opportuno). L’emendamento valorizza inoltre il ruolo dell'avvocato nella mediazione, poiché la sua presenza consente alla parte di prendere più consapevolmente decisioni che possono avere effetti sull'eventuale giudizio successivo, come nel caso della cd “proposta del mediatore” (ora possibile solo qualora le parti siano assistite dal difensore).
Il combinato disposto dei commi c) ed e), poi, migliora considerevolmente la disciplina della mediazione, consentendo alle parti di verificare le concrete possibilità di raggiungere un accordo mediato con un investimento assai contenuto, proporzionalmente, di tempo e denaro. In particolare, poiché il primo incontro tra le parti e il mediatore deve avvenire entro trenta giorni, la durata massima della procedura viene di fatto ridotta del 75%, rispetto ai 4 mesi originari. Stessa drastica riduzione, ma giustificata, si ha per i costi, se la procedura si conclude al primo incontro; in questo caso, infatti, per taluni scaglioni di valore della controversia le indennità di mediazione vengono ridotte di diverse volte, rispetto a quelle massime previste nel caso in cui il tentativo prosegua (quando, cioè, le parti così decidano, confidando evidentemente nel suo buon esito).
Riduzione dei tempi e rimodulazione dei costi servono gli interessi di tutte le parti coinvolte, inclusi quelli degli stessi organismi di mediazione e dei mediatori, che potranno concentrarsi sui casi ove, a seguito del primo incontro, appaiono maggiori le possibilità di successo. Inoltre, la facoltà delle parti di porre termine alla procedura anticipatamente rappresenta uno straordinario fattore di stimolo per la qualità del servizio di mediazione, spingendo gli organismi a mettere in campo il miglior mediatore possibile per la specifica controversia, e il mediatore a prepararsi al meglio per il primo incontro con le parti, delle quali dovrà conquistarsi la fiducia dando prova di professionalità, competenza nella materia specifica e abilità tecnica. Abbattere di molto, grazie a questo emendamento, gli ostacoli che sino a oggi hanno prodotto un tasso di accettazione della procedura del solo 35% significa, con ogni probabilità, favorire una crescita notevole degli accordi mediati (e dei relativi risparmi), considerando che il tasso di successo nazionale della procedura, quando le parti accettano di sedersi al tavolo della mediazione, è stato del 50%.
Infine, è doveroso sottolineare, anche in relazione alle polemiche di questi ultimi giorni, che l’emendamento disegna un istituto della mediazione profondamente diverso dal precedente, prevedendo di fatto l’obbligatorietà di un “incontro filtro” tra le parti e il mediatore, e non di un tentativo completo di mediazione. Di conseguenza, i costi e i tempi della mediazione calano sensibilmente, mentre aumenta la qualità del servizio. L’emendamento, pertanto, “supera” la decisione della Corte Costituzionale (che peraltro ha dichiarato unicamente l’eccesso di delega del D.lgs. 28/2010 nella parte in cui disciplinava l’istituto della condizione di procedibilità) sia le doglianze che erano state sollevate in alcune ordinanze di remissione. Per questi motivi, l’emendamento può senz’altro essere approvato prima del deposito della sentenza della Consulta, non potendo oggettivamente trovarsi in contrasto con essa. Al contrario, attendere le motivazioni della sentenza, a legislatura pressoché terminata, rischierebbe di affossare definitivamente un’importante e costosa infrastruttura pubblica e privata di mediazione, la cui operatività è stata ridotta di oltre il 90% dal comunicato stampa della Consulta (a riprova della centralità di meccanismi obbligatori). In caso di nostra inerzia, pertanto, ne conseguirà un grave e irragionevole danno per il Paese, poiché il nuovo Parlamento sarà comunque chiamato a legiferare in materia, tra diversi mesi. Il mantenimento e il potenziamento dell’istituto della mediazione, infatti, non solo sono da tempo sostenuti dalla totalità del mondo produttivo (come emerso anche nelle recenti audizioni) e da una parte crescente dell’avvocatura, ma corrispondono anche a un preciso impegno formale assunto dall’Italia nei confronti dell’Unione europea (pag. 34, punto 6, della nota “Lettera di chiarimenti all'Ue” del precedente Governo, datata novembre 2011 e mai sconfessata – anzi – dall’attuale esecutivo).
Ciò nonostante, la X Commissione ne ha dichiarato l'improponibiltà, senza entrare nel merito, quindi, e solo per estraneità di materia rispetto al provvedimento in cui erano inseriti.
In ogni caso, l'importante è che sia stata portata l'attenzione su un problema che non può essere ignorato, e cioè quello della necessità del ripristino della condizione di procedibilità, dato che la Consulta (da cui si attende ancora il deposito della sentenza) ha dichiarato solo l'eccesso di delega. Nel frattempo, è stato avviato un dialogo tra tutte le parti, ed è necessario (come sta accadendo) che tutti si rendano conto che la mediazione è una risorsa per il Paese e può costituire un fattore di crescita, oltre che di risparmi per lo Stato e per i cittadini.
In questo senso, le dichiarazioni del Ministro che ha detto che il Governo sta attendendo il deposito delle motivazioni, possono certamente essere interpretate in modo positivo.
Sullo stesso argomento, vedi anche: Niente mediazione sulla mediazione (link)

Niente mediazione sulla mediazione


Da Il Sole 24 ore (link)
28 novembre 2012

La mediazione obbligatoria, nella tumultuosa giornata parlamentare di ieri, potrebbe aver perso l'ultimo treno. È stato, infatti, dichiarato inammissibile l'emendamento che avrebbe potuto reintrodurre l'obbligo di ricorrere alla conciliazione dopo lo stop arrivato dalla Corte costituzionale (che, peraltro, deve ancora depositare le motivazioni).

Pensare ora alla ricerca di un nuovo punto di "mediazione sulla mediazione" appare, però, molto problematico. Peccato. L'esperienza della conciliazione obbligatoria era partita con qualche difficoltà, ma avrebbe potuto ingranare in futuro. Inoltre, il complesso dell'operazione costituiva un generoso tentativo, certo non privo di qualche punto debole, di sveltire i tempi della giustizia. Proprio questo obiettivo dovrebbe essere il punto di partenza per il futuro, quando si sarà posata la polvere sollevata dal conflitto che solo la Corte costituzionale ha potuto risolvere.

martedì 27 novembre 2012

Video del mio intervento al III Forum dei mediatori



E' disponibile su youtube il video del mio intervento al III Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili (che si è svolto a Roma 31 ottobre scorso), dal titolo "Il ruolo del formatore nella mediazione civile e commerciale".

Buona visione! :)

lunedì 26 novembre 2012

Mediazione: Severino, sogno non svanito del tutto


(ANSA) - PIACENZA, 26 NOV

''Il sogno non e' del tutto svanito perche' comunque si e' trattato di una sentenza di tipo tecnico, la delega che era stata riempita dal precedente Governo e' stata ritenuta fuori dai confini''

E' la risposta che ha dato il ministro Paola Severino ai giornalisti che le facevano notare che oggi la stampa titola 'Un sogno svanito' riguardo alla decisione della Consulta di bocciare l'obbligatorieta' della mediazione.

''Noi stiamo aspettando la motivazione della sentenza della Corte Costituzionale e se quest'ultima, nel merito - ha aggiunto Severino, oggi a Piacenza, all'universita' Cattolica del Sacro Cuore - fosse d'accordo sul tema della mediazione obbligatoria, magari come misura temporanea o comunque fortemente deflattiva, noi dovremmo provare a verificare se ci sono gli estremi per reintrodurla''

(ANSA)

Ringrazio Stefania per l'"imbeccata :)