venerdì 2 settembre 2011

Un breve commento sul tirocinio assistito


E' ormai qualche giorno che leggo il "nuovo" decreto sulla mediazione e, soprattutto, mi confronto con i colleghi sul significato delle correzioni. Occupandomi io di formazione, uno dei temi più importanti riguarda a mio avviso il "tirocinio assistito", su cui sto sviluppando più domande, perplessità e critiche che certezze e "sollievo". 
Intendiamoci, nessuno, nemmeno i più ottimisti, pensava che la semplice partecipazione al corso di 50 ore fosse sufficiente per fare “un” mediatore, sia pure integrato dalle 18 ore di aggiornamento biennale (anche a giudicare dai commenti "preoccupati" di alcuni partecipanti - seppur valenti professionisti - che, forse in preda alla depressione post-simulazione, si lasciavano andare a commenti del tipo “non sarò mai in grado di fare il mediatore!”). Tuttavia, la disciplina di “qualcosa di più” forse poteva essere prevista e regolata con maggiore chiarezza, accortezza ed efficacia, considerato che se ne parla oramai da tempo. Ritengo innanzitutto fondamentale un chiarimento da parte del Ministero e auspico che gli organismi sappiano già qualcosa, anche se da colloqui informali sembrerebbe non esserci alcuna "interpretazione autentica".
Qualche considerazione su alcuni aspetti:
 
  • Innanzitutto le modalità organizzative; alcuni dicono che il tirocinio andrebbe interpretato solo come un uditorato, altri invece ipotizzano una partecipazione più o meno diretta dei neo-mediatori alle procedure. Sinceramente, mi sento vicino a questa seconda ipotesi (altrimenti si sarebbe parlato semplicemente di uditorato), salvo poi avere il "buio totale" su come gli organismi si organizzeranno per far "partecipare" i mediatori tirocinanti (es. si limiteranno a leggere la documentazione e assistere alla procedura? Riceveranno le parti? Porteranno il caffè durante le pause? Faranno co-mediazioni a tutti gli effetti? Faranno solo il discorso introduttivo? Ecc.). 
  • Altre perplessità riguardano gli aspetti organizzativi; ovviamente tutti auspicavano qualcosa di più rispetto alle 50 (+18) ore, ma onestamente 20 procedure di tironicio non sono poche, pur considerando le potenzialità positive. Diversi miei colleghi ad es. non hanno ancora raggiunto 20 mediazioni e, pur essendo ormai mediatori accreditati ormai da anni, mi domando: dovranno anch’essi fare il tirocinio, o quantomeno farlo per le procedure mancanti? Inoltre, chi farà il tirocinio? Il responsabile dell’organismo, magari coadiuvato da mediatori “esperti”, o direttamente questi?  
Provocazione: non è che alla fine si sia trovato un modo per frapporre ostacoli “indiretti” agli organismi (oltre 400 e il numero è sicuramente per difetto), i quali, dovendo garantire un tirocinio adeguato ai propri mediatori non riusciranno a farlo? O, peggio ancora, non vorrei che diventasse un ostacolo per i mediatori; riusciranno tutti “i nostri eroi”, quelli già accreditati, quelli che hanno superato il corso e sono in fase di accredito, quelli che hanno superato il corso ma che non sono ancora entrati nel percorso di accredito, quelli che ancora devono fare il corso e così via, a raggiungere il numero necessario di procedure “in tirocinio”?

La mia impressione è che, ancora una volta, si siano lasciate fuori dalle segrete stanze dove "si decide" le persone che forse avrebbero potuto dare un efficace contributo, ossia chi si occupa di formazione, che magari avrebbe potuto spiegare intanto cosa si deve intendere per “tirocinio assistito” e poi dare qualche suggerimento, visto che, nel settore privato come in quello pubblico, si organizzano già da anni interventi di formazione che integrano l’aula con strumenti di training-on-the job, tutoring, coaching, mentoring, ecc. il cui obiettivo è un "accompagnamento" più o meno soft, ma certamente efficace, del professionista nel ruolo specifico

Detto questo, mi rendo conto che probabilmente non ho risposto ad alcuna delle domande che molti di noi si saranno posti leggendo il decreto, e di questo me ne scuso, ma ritengo che scrivere in questo momento un commento sul "tirocinio assistito" previsto dal nuovo decreto spiegando che cosa è in effetti sia, per noi umili operatori del settore, una cosa facile da fare solo avendo una robusta e lucida sfera di cristallo, a meno di non limitarsi ad elencare una serie di dubbi e perplessità su cui, peraltro, non mi attendo che i "presunti" e auspicati chiarimenti da parte del Ministero saranno, alla fine, effettivamente "schiarenti". Attendiamo lumi, sebbene temo che non saranno così “illuminati”. Una cosa è certa; penso che se qualcuno cercava un modo per rendere sempre più affollati i prossimi convegni/seminari sulla mediazione che prevedono la partecipazione di rappresentanti istituzionali, beh, l'ha decisamente trovato. 
Io di sicuro andrò… Sperando di avere (finalmente) risposte.

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