martedì 18 dicembre 2012

Il linguaggio corporeo determina chi siamo




Il linguaggio del corpo influenza il modo in cui gli altri ci vedono, ma può anche cambiare il modo di vedere noi stessi. La psicologa sociale Amy Cuddy mostra come "posture di forza" - assumere una postura di fiducia, anche quando non ne abbiamo - possa influire sui livelli di testosterone e cortisolo nel cervello e possa anche influire sulle nostre possibilità di avere successo.

Direi che è un pezzo adatto a tante diverse situazioni, dal parlare in pubblico alla formazione, dalla motivazione all'empowerment Da seguire con attenzione, soprattutto nella parte finale, di cui riporto anche lo script (dal minuto 16 al minuto 20 circa), nella quale Amy Cuddy parla della sua esperienza. 

Buona visione!
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A 19 anni sono stata coinvolta in un brutto incidente d'auto. Sono stata catapultata fuori dall'auto, sono rotolata diverse volte. Sono stata catapultata dall'auto. E mi sono risvegliata con un trauma cranico in riabilitazione, sono stata espulsa dall'università, e ho saputo che il mio Q.I. era precipitato di due deviazioni standard, il che è stato molto traumatico. Conoscevo il mio Q.I. perché ero stata valutata come intelligente, ed ero stata etichettata come bambina prodigio. Quindi lascio l'università, continuo a cercare di tornarci. Dicono, "Non finirai l'università. Puoi fare altre cose, ma per te non funzionerà." Combattevo veramente con questa cosa e devo dire che farsi portare via un'identità, la vostra identità principale, che nel mio caso era l'essere intelligente, farsela portare via, non c'è niente che vi lasci più impotenti. Mi sentivo completamente impotente. Mi sforzavo di continuo, e sono stata fortunata, e mi sforzavo, e sono stata fortunata e mi sforzavo.

Finalmente mi sono laureata. Mi ci sono voluti 4 anni in più dei miei compagni, e ho convinto qualcuno, la mia consulente e angelo, Susan Fiske, di prendermi, e così sono finita a Princeton, ed avevo la sensazione di non dover essere lì. Sono un impostore. E la sera prima del discorso del primo anno -- il discorso del primo anno a Princeton è un discorso di 20 minuti a 20 persone, tutto qui -- ero così spaventata di farmi scoprire il giorno dopo che l'ho chiamata e le ho detto, "Rinuncio." E lei, "Tu non rinunci, perché ho scommesso su di te, e tu rimani. Tu rimani e farai in questo modo. Farai finta. Farai qualunque discorso ti si chiederà di fare. Semplicemente lo farai ancora e ancora, anche se sei terrorizzata e paralizzata e avrai un'esperienza extra-corporea, finché non arriverai a quel momento in cui dirai, "Oh mio Dio, ce la sto facendo. Tipo, sono diventata questo. Ce la sto veramente facendo." Ed è quello che ho fatto. Cinque anni di scuola di specializzazione, un po' di anni, prima alla Northwestern, poi mi sono trasferita ad Harvard, sono passata ad Harvard, non ci penso più molto, ma per molto tempo ci ho pensato, "Non dovrei essere qui. Non dovrei essere qui."

Alla fine del mio primo anno ad Harvard, una studentessa che non aveva mai parlato in classe per un semestre intero, a cui avevo detto, "Guarda, devi partecipare altrimenti fallirai", è venuto nel mio ufficio. Non la conoscevo per niente. E mi ha detto -- è arrivata completamente sconfitta e mi ha detto: "Non dovrei essere qui." E quello è stato il mio momento. Perché sono successe due cose. Primo, mi sono resa conto, oh mio Dio, non mi sento più così. Capite? Non lo risento più, invece lei sì, e capisco quella sensazione. E secondo, lei deve essere qui! Può fare finta, può diventarlo. Quindi ho detto, "Sì che devi! Devi essere qui! E domani farai finta, ti farai forte e, sapete, farai --" (Applausi) (Applausi) "E entrerai in classe e farai il miglior commento in assoluto." Capite? E ha fatto il miglior commento in assoluto, e la gente si è girata con quell'espressione, oh mio Dio, non avevo neanche notato che fosse seduta lì. (Risate)

È tornata da me mesi dopo e mi sono resa conto che non solo aveva finto fino a farcela, aveva finto fino a diventarlo. Era cambiata. Quindi voglio dirvi, non fingete fino a farcela. Fingete fino a diventarlo. Sapete? Non è -- Fatelo abbastanza finché lo diventate e lo interiorizzate.

L'ultima cosa con cui vi voglio lasciare è questa. Minuscole modifiche possono portare a grandi cambiamenti. Quindi in due minuti. Due minuti, due minuti, due minuti. Prima che affrontiate la prossima situazione stressante di valutazione, per due minuti, provate a fare questo, nell'ascensore, in bagno, alla scrivania a porte chiuse. Questo è quello che volete fare. Configurate il vostro cervello per essere all'altezza della situazione. Fate aumentare il testosterone. Fate scendere il cortisolo. Non uscite da quella situazione con la sensazione di non aver mostrato chi siete. Uscite da quella situazione con la sensazione di aver detto chi siete e di aver mostrato chi siete”.

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