Il linguaggio del corpo influenza il modo in cui
gli altri ci vedono, ma può anche cambiare il modo di vedere noi stessi. La
psicologa sociale Amy Cuddy mostra come "posture di forza" - assumere
una postura di fiducia, anche quando non ne abbiamo - possa influire sui
livelli di testosterone e cortisolo nel cervello e possa anche influire sulle
nostre possibilità di avere successo.
Direi che è un pezzo adatto a tante diverse
situazioni, dal parlare in pubblico alla formazione, dalla motivazione all'empowerment… Da seguire con attenzione,
soprattutto nella parte finale, di cui riporto anche lo script (dal minuto 16
al minuto 20 circa), nella quale Amy Cuddy parla della sua esperienza.
Buona visione!
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“A 19 anni
sono stata coinvolta in un brutto incidente d'auto. Sono stata catapultata
fuori dall'auto, sono rotolata diverse volte. Sono stata catapultata dall'auto.
E mi sono risvegliata con un trauma cranico in riabilitazione, sono stata
espulsa dall'università, e ho saputo che il mio Q.I. era precipitato di due
deviazioni standard, il che è stato molto traumatico. Conoscevo il mio Q.I.
perché ero stata valutata come intelligente, ed ero stata etichettata come
bambina prodigio. Quindi lascio l'università, continuo a cercare di tornarci.
Dicono, "Non finirai l'università. Puoi fare altre cose, ma per te non
funzionerà." Combattevo veramente con questa cosa e devo dire che farsi
portare via un'identità, la vostra identità principale, che nel mio caso era
l'essere intelligente, farsela portare via, non c'è niente che vi lasci più
impotenti. Mi sentivo completamente impotente. Mi sforzavo di continuo, e sono
stata fortunata, e mi sforzavo, e sono stata fortunata e mi sforzavo.
Finalmente
mi sono laureata. Mi ci sono voluti 4 anni in più dei miei compagni, e ho
convinto qualcuno, la mia consulente e angelo, Susan Fiske, di prendermi, e
così sono finita a Princeton, ed avevo la sensazione di non dover essere lì.
Sono un impostore. E la sera prima del discorso del primo anno -- il discorso
del primo anno a Princeton è un discorso di 20 minuti a 20 persone, tutto qui
-- ero così spaventata di farmi scoprire il giorno dopo che l'ho chiamata e le
ho detto, "Rinuncio." E lei, "Tu non rinunci, perché ho
scommesso su di te, e tu rimani. Tu rimani e farai in questo modo. Farai finta.
Farai qualunque discorso ti si chiederà di fare. Semplicemente lo farai ancora
e ancora, anche se sei terrorizzata e paralizzata e avrai un'esperienza
extra-corporea, finché non arriverai a quel momento in cui dirai, "Oh mio
Dio, ce la sto facendo. Tipo, sono diventata questo. Ce la sto veramente
facendo." Ed è quello che ho fatto. Cinque anni di scuola di
specializzazione, un po' di anni, prima alla Northwestern, poi mi sono
trasferita ad Harvard, sono passata ad Harvard, non ci penso più molto, ma per
molto tempo ci ho pensato, "Non dovrei essere qui. Non dovrei essere
qui."
Alla fine
del mio primo anno ad Harvard, una studentessa che non aveva mai parlato in
classe per un semestre intero, a cui avevo detto, "Guarda, devi
partecipare altrimenti fallirai", è venuto nel mio ufficio. Non la
conoscevo per niente. E mi ha detto -- è arrivata completamente sconfitta e mi
ha detto: "Non dovrei essere qui." E quello è stato il mio momento.
Perché sono successe due cose. Primo, mi sono resa conto, oh mio Dio, non mi
sento più così. Capite? Non lo risento più, invece lei sì, e capisco quella
sensazione. E secondo, lei deve essere qui! Può fare finta, può diventarlo.
Quindi ho detto, "Sì che devi! Devi essere qui! E domani farai finta, ti
farai forte e, sapete, farai --" (Applausi) (Applausi) "E entrerai in
classe e farai il miglior commento in assoluto." Capite? E ha fatto il miglior
commento in assoluto, e la gente si è girata con quell'espressione, oh mio Dio,
non avevo neanche notato che fosse seduta lì. (Risate)
È tornata
da me mesi dopo e mi sono resa conto che non solo aveva finto fino a farcela,
aveva finto fino a diventarlo. Era cambiata. Quindi voglio dirvi, non fingete
fino a farcela. Fingete fino a diventarlo. Sapete? Non è -- Fatelo abbastanza
finché lo diventate e lo interiorizzate.
L'ultima
cosa con cui vi voglio lasciare è questa. Minuscole modifiche possono portare a
grandi cambiamenti. Quindi in due minuti. Due minuti, due minuti, due minuti.
Prima che affrontiate la prossima situazione stressante di valutazione, per due
minuti, provate a fare questo, nell'ascensore, in bagno, alla scrivania a porte
chiuse. Questo è quello che volete fare. Configurate il vostro cervello per
essere all'altezza della situazione. Fate aumentare il testosterone. Fate
scendere il cortisolo. Non uscite da quella situazione con la sensazione di non
aver mostrato chi siete. Uscite da quella situazione con la sensazione di aver
detto chi siete e di aver mostrato chi siete”.
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