In questi giorni ho iniziato a leggere il libro di Maria Martello [1], molto interessante per gli aspetti che riguardano temi a me molto cari, come la formazione del mediatore e le metodologie di mediazione.
Da questo traggo una riflessione sulla mediazione umanistica, modello che “integra” le prospettive ed i contributi di alcuni autori molto importanti a livello italiano ed internazionale e che si pone nell’ottica della logica, più generale, dello sviluppo della qualità del vivere civile e dell’evoluzione del concetto stesso di giustizia.
Per illustrare questa la Martello parte dalla riflessione di Jacqueline Morineau, autodidatta molto “creativa” che ha messo a disposizione della mediazione le sue competenze da archeologa ed archivista, ricevendo nel 1983 dal Ministro della Giustizia francese l’incarico di organizzare il primo servizio di mediazione del paese.