mercoledì 18 dicembre 2013

Nelson Mandela, una canzone per ricordare un grande "innovatore" ed un grande "negoziatore"

Nella puntata di Godot pride di lunedì scorso (16 dicembre - link al podcast, da 1h08’40’’ a 1h12’40’’), prendendo spunto da una canzone dei Deep Forest e di Peter Gabriel, While the earth sleeps (riporto di seguito il link a youtube), ho parlato di Nelson Mandela, mettendo in evidenza la sua capacità di unire la grandezza delle parole a quella delle azioni e le sue doti come negoziatore…

Riporto nel mio blog il testo del mio contributo…




Eccoci, torniamo in diretta… While the earth sleeps, mentre la terra dorme, cantavano nel 1995 i Deep Forest e Peter Gabriel… brano tratto dalla colonna sonora di un film che mi è piaciuto tantissimo, ossia Strange days, thriller cyberpunk di Kathryn Bigelow, prodotto da James Cameron e con alcune splendide prove di Ralph Fiennes, Angela Bassett e Juliette Lewis.

Il film colpisce per la sua visione distopica del futuro e per l'ambivalenza morale di molti dei suoi protagonisti, portando qualcuno a descriverlo come un esempio di noir postmoderno.

Film che, ripeto mi è piaciuto molto per l’originalità della storia, parla infatti di un’ipotetica alba del 2000 nella quale Ralph Fiennes, ex-poliziotto ormai allo sbando che vive spacciando wire-trip clips, dischetti sui quali vengono registrate esperienze altrui, che includono tutti i loro input sensoriali, come vista, udito, tatto ed olfatto, e che, tramite un lettore, possono essere rivissute da chiunque.

Ed è attraverso questo brano che introduco il prossimo blocco su Mandela e sullo straordinario connubio “Illuminazione delle idee” convertite in “programma concreti di azione” che l’hanno caratterizzato…

Il presidente americano Barack Obama nel discorso che ha tenuto la scorsa settimana durante i funerali di Mandela ha sottolineato che “ci ha insegnato il potere dell’azione, ma anche delle idee, l’importanza della ragione e delle giuste argomentazioni; la necessità di studiare non soltanto coloro con i quali vai d’accordo, ma anche coloro con cui non vai d’accordo. [Anzi io direi soprattutto questi…]. Mandela ha capito che le idee non possono essere imprigionate tra le mura di un carcere, né messe a tacere dalla pallottola di un cecchino.
Egli ha trasformato il suo processo nella denuncia dell’apartheid grazie alla sua eloquenza e alla sua passione, ma anche grazie ai suoi studi e alla sua formazione di avvocato.
Ha trascorso i decenni passati in prigione a rendere più affilati i suoi ragionamenti, ma anche a diffondere la sua sete di sapere agli altri del movimento. E ha appreso la lingua e le usanze dei suoi oppressori, così da poter riuscire meglio un giorno a comunicare loro in che modo la loro libertà dipendesse dalla sua”.

Ed io che mi occupo di gestione delle controversie e comunicazione non posso non essere colpito da questa rappresentazione di un esempio di empatia e capacità di costruire un ponte anche con chi lo considerava solo un terrorista… dovremmo sempre ricordare che un dialogo non è possibile solo se riteniamo che non lo sia, in tutte le sfere della nostra vita…

Ed a proposito di Mandela e delle sue capacità di negoziazione, ricordo anche che Robert Mnookin, dell’Harvard Negotiation project della facoltà di legge dell’Università di Harvard, ha sottolineato che Mandela è stato anche un grande negoziatore, anzi il più grande del XX secolo, perché ha dimostrato che nei confronti del “diavolo” (intendendo per “diavolo” il regime razzista del Sudafrica) si deve negoziare e resistere allo stesso tempo… d’altra parte, lo stesso Roger Fisher, nel suo libro-capolavoro L’arte del negoziato (Getting to yes) sottolinea che con il “diavolo”, il problema non è se negoziare o meno, ma soprattutto come… 

Pertanto, riprendendo il concetto di libertà di  cui abbiamo parlato prima, la frase per cui non si può negoziare se non si è liberi diventa, agli occhi di Mandela, una mossa del negoziato che ha condotto con il regime, e se è stato disponibile a fare delle concessioni, non lo è stato assolutamente rispetto a quello che considerava fondamentale per lui e per la sua gente.

La grandezza di Mandela, per Mnookin, è stata quindi quella di aver raggiunto attraverso la negoziazione un esito che non avrebbe potuto raggiungere soltanto attraverso l’uso della violenza o della resistenza.

Potere delle idee che si trasforma in potere dell’azione… questo è un altro degli insegnamenti di Mandela, da portare nella vita di tutti i giorni, perché le prime senza la loro applicazione restano puro desiderio, mentre la seconda senza le prime resta energia incontrollata che può avere anche una valenza negativa… Una cosa che ritengo più che mai attuale, se ci pensiamo, anche per il nostro paese, in un momento, uno dei tanti, che stiamo vivendo…

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