venerdì 9 dicembre 2011

Mediazione vs “cultura” italiana: incontro o scontro? 2

Un contributo di Giovanni Cosi provocatorio, ma sicuramente indicativo sul particolare contesto italiano. 
"In Italia, le caratteristiche dell'ordinamento, unite al modo prevalente di atteggiarsi nei confronti della controversia sia degli utenti che degli operatori del diritto, hanno finora di fatto ostacolato lo sviluppo di una 'cultura' della mediazione e della soluzione non-giudiziale dei conflitti: basti pensare alla scarsa applicazione che hanno sempre avuto le norme processuali relative all'esperimento del tentativo di conciliazione da parte del giudice.

Esiste insomma una indifferenziazione nella risposta alle richieste della giustizia, che si traduce in una forte tendenza a definire le controversie in modo comunque contenzioso. E la pressione della crescente massa di professionisti legali che, allevanti in questi 'valori', si affacciano sul mercato in cerca di clienti, non contribuisce certo a modificare la situazione".

Cambierà? Io spero e credo di sì...

G. Cosi-G. Romualdi, La mediazione dei conflitti, Giappichelli, Torino, 2010, p. 62.

1 commento:

  1. Sono perfettamente d'accordo su quanto sostenuto da giovanni cosi, le lobby, le consociazioni non vogliono prendere atto che bisogna cambiare strada e mostrare più rispetto della intelligenza e delle tasche dei cittadini. Perchè,oltre alle spese della mediazione anche per vertenze, essenzialmente semplici, si dovrebbero pagare anche parcelle a volte anche esose? Chi ha detto che ua soluzione di una vertenza giudiziaria sia più conveniente di una soluzione scaturita da una mediazione, che riduce drasticamente itempi della conclusione (quattro mesi)? Credo cha al fondo di tutto ci sia la difesa ad oltranza di ingiustificati ed ingiustificabili privilegi.

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