Parte 2
Nel corso del convegno “Il giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione”, svoltosi il 6
giugno scorso presso la Corte d’Appello di Milano, con il suo intervento Augusta Iannini, Capo dell’Ufficio
Legislativo del Ministero della Giustizia, ha fatto il punto della situazione
sulla mediazione.
Inizia parlando
di “rivoluzione”, effettuata al
Legislatore attraverso l’introduzione della mediazione, «strumento che ha suscitato nel paese un dibattito
che non si vedeva da anni».
Passa poi in rassegna i tre tipi di mediazione, che
riguardano:
- L’obbligatorietà.
Strumento indispensabile che, sebbene abbia prodotto un “meccanismo protetto”
che non condivide, è necessario per la trasformazione culturale nel nostro
paese. Tuttavia, sulla base dei risultati ottenuti, in un tempo medio-lungo
(3-5 anni) si potrebbe decidere di toglierla.
- La mediazione
delegata dal giudice. Il suo obiettivo è soprattutto l’effetto deflattivo.
- La clausola
di mediazione. La Iannini sottolinea l’importanza di effettuare una ricerca
mirata (da parte di Confindustria o Camere di Commercio) per riuscire a capire
quanti contratti hanno la clausola di mediazione, che potrebbero rappresentare
un utile strumento di prevenzione delle controversie.
Di questi,
l’attenzione della Iannini va soprattutto verso la mediazione delegata, rispetto alla quale sottolinea la necessità di
arrivare a delle Convenzioni tra magistratura e organismi di mediazione per
definire quali tipi di controversie potrebbero essere affidate con maggiore
efficacia alla mediazione. Inoltre, andrebbe fatta un’attenta valutazione se
trasformare l’invito del giudice in un vero e proprio obbligo per le parti.
Nella
seconda parte il Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero passa a parlare
degli organismi di mediazione e degli enti di formazione. La Iannini auspica che in qualche modo il sistema
venga “alleggerito” («La coperta è diventata un’imbottita»),
in modo che siano presenti sul mercato solo quelli che assicurino qualità ed
efficacia al sistema. Sottolinea l’importanza di prevedere delle cause di
cancellazione, come ad es. la mancata risposta alle statistiche, e un
meccanismo efficace di controlli.
Inoltre, affronta
un tema “caldo”, il trend di comparizione che resta ancora a livelli non
soddisfacenti, rispetto al quale
lamenta la resistenza di una parte dell’avvocatura, anche in relazione alle
ultime materie (RC auto e condominio) per cui è entrata in vigore
l’obbligatorietà. La Iannini sottolinea che non servono altre sanzioni, come
richiesto da qualcuno, mentre possono essere utili altri incentivi (un aiuto
potrebbe arrivare dal decreto-liberalizzazioni che prevede incentivi per i
professionisti che svolgono attività stragiudiziale), anche se, ritiene, non
sia il momento opportuno per prevedere un aumento del credito d’imposta.
Nella parte conclusiva del suo intervento il Capo
dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia sottolinea che la chiave della mediazione non è
l’obbligatorietà, ma l’affermarsi di una volontarietà consapevole. Lo stato non può imporre ai cittadini alcun
strumento; deve invece preoccuparsi di mettere a loro disposizione gli
strumenti tra cui scegliere. «E’ un atto di libertà
e di autodeterminazione».
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