lunedì 19 settembre 2011

Risoluzione 2011/2026 (INI) del Parlamento europeo

Il 13 settembre il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sull’attuazione della direttiva sulla mediazione negli stati membri, impatto della stessa sulla mediazione e sua adozione da parte dei tribunali. La risoluzione nasce a seguito dei problemi applicativi della direttiva europea 52/2008 riscontrati in alcuni stati membri (ad es. Repubblica Ceca, Austria, Finlandia e Svezia non hanno ancora segnalato il rispetto delle disposizioni della direttiva), anche in vista di una specifica proposta legislativa della Commissione sulla mediazione, prevista per quest’anno, e della comunicazione sull’attuazione della direttiva, prevista invece per il 2013.

Tra i diversi aspetti esaminati dai parlamentari europei ne emergono alcuni di particolare interesse. Innanzitutto, il tema della confidenzialità nel rapporto tra mediatore e parti. Il requisito è ormai consolidato nelle diverse normative nazionali, sebbene con notevoli differenze. Ad es. mentre in Italia l’approccio è rigoroso, in Svezia la questione è rimessa alla volontà delle parti. Pertanto, il Parlamento richiede un approccio più coerente.

Sul tema della obbligatorietà, il Parlamento cita il caso italiano, definendolo come “il caso più lampante” di ricorso a norme che rendono obbligatorio l’avvalersi della mediazione. Al punto 9 della risoluzione il Parlamento sottolinea che “i risultati raggiunti, in particolare in Italia, Bulgaria e Romania, dimostrano che la mediazione può contribuire a una soluzione extragiudiziale conveniente e rapida delle controversie attraverso procedure adeguate alle esigenze delle parti”. Tuttavia, nel punto successivo sottolinea che “la mediazione dovrebbe essere promossa come una forma di giustizia praticabile, a basso costo e più rapida, piuttosto che come un elemento obbligatorio nella procedura giudiziaria”.

Altro aspetto importante riguarda infine la crescita della consapevolezza nei paesi-membri sulla mediazione. Il Parlamento ritiene necessarie ulteriori azioni a favore del rafforzamento del ricorso alla mediazione da parte delle imprese e dei requisiti per l’accesso alla professione del mediatore, per i quali si riconosce l’importanza di stabilire norme comuni, necessarie per assicurare un elevato livello qualitativo, oltre a standard di qualità per la formazione dei mediatori e il loro accreditamento nell’Unione.

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