La Banca Mondiale ha
individuato da tempo come centrale per lo sviluppo del tessuto produttivo di un
paese la rapidità e l'efficienza della giustizia civile.
Il rapporto "Doing
Business in Italy 2013" presentato oggi, che potete trovare
integralmente e con una breve presentazione, sul nostro sito www.fainotizia.it, analizza l'efficienza delle
regolamentazioni d'impresa in tredici città (Bari, Bologna,
Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L'Aquila, Milano, Napoli, Padova, Palermo,
Potenza, Roma e Torino) e sette porti italiani (Cagliari, Catania, Genova,
Gioia Tauro, Napoli, Taranto e Trieste).
Lo studio oltre a descrivere i diversi ostacoli
e le opportunità che i piccoli e medi imprenditori debbono affrontare
a seconda di dove siano localizzati, permette anche la comparazione delle
regolamentazioni con altre 350 città nel mondo (analizzate in
altri rapporti "subnazionali").
Il rapporto scompone i costi
(al primo posto in Italia le tariffe degli avvocati) ma anche i tempi e
le fasi processuali necessarie per dirimere una disputa commerciale
presso un tribunale locale.
Una simile
analisi, prima nel suo genere in un paese del G7, è stata avviata
su iniziativa di Biagio Bossone, responsabile del Dipartimento per la
programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE) della
Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana, che ha anche
provveduto a finanziare l'intero progetto.
NUMERI E CLASSIFICHE
Nelle tredici città
esaminate, la risoluzione di una controversia commerciale "standard"
(secondo quanto definito dalla metodologia Doing Business) richiede in
media 41 fasi processuali, per una durata di 1400 giorni ed
un costo complessivo pari al 26,2% del valore della
controversia stessa. Inoltre, includendo il valore medio delle performance
delle tredici città italiane nella classifica globale Doing Business, l'Italia
si collocherebbe al 155° posto su una lista di 185 Paesi (migliori
di noi, per citarne solo alcuni, la Sierra Leone, il Malawi, l'Iraq, la
Bolivia).
Come detto, tuttavia,
l'analisi riportata nel rapporto permette di enucleare le differenze esistenti
tra diverse realtà del Paese. Così a Torino una disputa sarà
risolvibile in "soli" 855 giorni, mentre a Bari, ad
esempio, saranno necessari 2022 giorni per la risoluzione del medesimo
contenzioso. Lo stesso tipo di processo, di contro, durerebbe 390 giorni
in Francia, 394 in Germania e 510 in Spagna:
anche nella città più efficiente d'Italia, dunque, i tempi della giustizia
supererebbero di gran lunga quelli registrati in altre città d'Europa.
PROPOSTE DI RIFORMA
L'urgenza di una riforma
della giustizia civile in Italia è sottolineata a più riprese nel rapporto, nel
quale vengono indicate una serie di modifiche applicabili all'ordinamento
corrente le quali, adottate in altri Paesi con criticità simili a quelle
italiane, hanno di recente condotto ad ottimi risultati. Tra queste
troviamo la promozione di nuovi sistemi di gestione delle cause,
il monitoraggio delle attività dei magistrati,
l'introduzione di leggi ad hoc che disciplinino la riduzione della cause
in arretrato, la promozione del processo telematico e
la specializzazione dei tribunali.
Nessun commento:
Posta un commento