Da Blog conciliazione (link)
di Nicola Giudice*
Dopo che anche l’ultimo emendamento è stato
respinto, non sembrano profilarsi all’orizzonte ulteriori possibilità di
ripristino dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione. Così sembra, ma poi
chissà cosa farà il Governo quando e se la sentenza uscirà.
Cade (forse) la mediazione obbligatoria perchè il
legislatore non ha previsto espressamente il ricorso all’obbligatorietà.
Parrebbe quindi un vizio di forma, un cavillo che avrebbe potuto, potrebbe e
forse potrà, in futuro, essere sanato. Questo per dire: mica detto che
l’obbligatorietà prima o poi non torni, magari vestita di nuovo.
I media, sempre fedeli ad una linea di scarsissima
attenzione ai dettagli e sempre di fretta, hanno intonato il de profundis con
titoli come “Mediazione in archivio” o “Svanito il sogno della mediazione”. Non
è così, e va detto e ripetuto: cade (forse) un modo di accedere alla mediazione
(il tentativo obbligatorio) ma resta in piedi la mediazione come strumento. E
non è poco, anzi, è molto e forse anche meglio.
La sensazione personale è che l’obbligatorietà
abbia reso la mediazione molto conosciuta ma anche molto impopolare. Non c’è
rosa senza spine. I detrattori della mediazione avevano buon gioco a vedere il
bicchiere mezzo vuoto, guardando con (comprensibile) sospetto a mediatori
assolutamente impresentabili e improvvisati, a organismi con meccanismi
tariffari da supermercato con promessa di “abbonamenti premium” (tutto vero,
basta farsi un giro in rete), a incontri compressi in 45 minuti perchè fuori
dalla sala premevano altre parti, all’inutilità dei verbali di mancata
comparizione… e fermiamoci qui perchè l’elenco è lungo.
Ma l’obbligatorietà ha avuto, ha e (forse) avrà il
grande merito di aver posto il problema, ha scosso la sensibilità, ha permesso
di immaginare un’alternativa possibile
che, nonostante tutti i limiti di cui sopra, funzionava e tuttora
funziona.
Bisogna oggi pensare ad un futuro dove la
mediazione si possa configurare sempre di più come una concreta opportunità, a
prescindere dal fatto che essa possa (anche) essere configurata come un
obbligo. E perchè le parti e i legali prendano in seria considerazione questa
opportunità, bisognerà lavorare sempre di più per migliorarsi, come mediatori e
come organismi di mediazione.
* Responsabile Servizio di conciliazione- Camera
Arbitrale di Milano
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