giovedì 29 novembre 2012

“Obbligatorietà” di migliorare la mediazione


Da Blog conciliazione (link)
di Nicola Giudice*

Dopo che anche l’ultimo emendamento è stato respinto, non sembrano profilarsi all’orizzonte ulteriori possibilità di ripristino dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione. Così sembra, ma poi chissà cosa farà il Governo quando e se la sentenza uscirà.

Cade (forse) la mediazione obbligatoria perchè il legislatore non ha previsto espressamente il ricorso all’obbligatorietà. Parrebbe quindi un vizio di forma, un cavillo che avrebbe potuto, potrebbe e forse potrà, in futuro, essere sanato. Questo per dire: mica detto che l’obbligatorietà prima o poi non torni, magari vestita di nuovo.

I media, sempre fedeli ad una linea di scarsissima attenzione ai dettagli e sempre di fretta, hanno intonato il de profundis con titoli come “Mediazione in archivio” o “Svanito il sogno della mediazione”. Non è così, e va detto e ripetuto: cade (forse) un modo di accedere alla mediazione (il tentativo obbligatorio) ma resta in piedi la mediazione come strumento. E non è poco, anzi, è molto e forse anche meglio.

La sensazione personale è che l’obbligatorietà abbia reso la mediazione molto conosciuta ma anche molto impopolare. Non c’è rosa senza spine. I detrattori della mediazione avevano buon gioco a vedere il bicchiere mezzo vuoto, guardando con (comprensibile) sospetto a mediatori assolutamente impresentabili e improvvisati, a organismi con meccanismi tariffari da supermercato con promessa di “abbonamenti premium” (tutto vero, basta farsi un giro in rete), a incontri compressi in 45 minuti perchè fuori dalla sala premevano altre parti, all’inutilità dei verbali di mancata comparizione… e fermiamoci qui perchè l’elenco è lungo.

Ma l’obbligatorietà ha avuto, ha e (forse) avrà il grande merito di aver posto il problema, ha scosso la sensibilità, ha permesso di immaginare un’alternativa possibile  che, nonostante tutti i limiti di cui sopra, funzionava e tuttora funziona.

Bisogna oggi pensare ad un futuro dove la mediazione si possa configurare sempre di più come una concreta opportunità, a prescindere dal fatto che essa possa (anche) essere configurata come un obbligo. E perchè le parti e i legali prendano in seria considerazione questa opportunità, bisognerà lavorare sempre di più per migliorarsi, come mediatori e come organismi di mediazione.

* Responsabile Servizio di conciliazione- Camera Arbitrale di Milano

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