Mediare le conflittualità. Riflessioni e strategie operative per sviluppare competenze comunicative e relazionali nella trasformazione dei conflitti.
Di Ilaria Buccioni – Anna Maria Palma – Isabella Venturi,
Franco Angeli, Milano, 2012. Scheda al seguente link.
_____________________________________
Pochi giorni prima di Natale, nel corso di uno dei "soliti" giri che faccio nelle librerie alla ricerca di cose interessanti, mi
imbatto in questo volume che mi colpisce soprattutto perché, nelle ultime
pagine, vedo (per la prima volta) trattato in una monografia il tema dei
"Sei cappelli per pensare" di De Bono, applicato specificamente al
tema della gestione delle controversie.
Ora dato che di questo argomento ne
parlo anche io durante i corsi (non solo di mediazione, dato che per me resta
un tema di fondamentale importanza tra quelli c.d. "trasversali"),
decido di prenderlo anche perché lo stesso l'indice in qualche modo sollecita
la mia curiosità. Approfitto quindi della pausa delle feste di fine anno per
leggerlo.
La mia personale e sintetica valutazione è
nel complesso positiva, anche se resta in me l'idea di un'"occasione"
non perfettamente sfruttata. Penso questo perché il volume aveva, a mio avviso,
tutti gli elementi per poter essere un
vero e proprio "manuale" ad uso e consumo sia dei corsi-base
sulla mediazione (civile e commerciale, innanzitutto) sia come introduzione
alla mediazione, dal punto di vista della cultura e del "senso".
Invece, prendendo spunto da quanto scritto nella prefazione da Guglielmo Gulotta
(che utilizza una metafora culinaria), il volume "spiega i processi
fisico-chimici per cui la maionese monta o non monta" più che spiegare
come si faccia la maionese. Più tecnico rispetto ai processi attraverso cui la
mediazione accade, più che, metodologicamente parlando, come accade, in
concreto, la mediazione.
Ecco, mi pare che sia un libro di
"riflessioni" su alcuni elementi trasversali alla mediazione, più che
sulla mediazione in sé. Per questo, sinceramente mi sembra più adatto ad un
pubblico di conoscitori della mediazione più che essere indicato per
"neofiti" o persone che vogliono "incontrare" la mediazione
per la prima volta. In questo senso, lo consiglierei a tutti quelli che,
praticando già la mediazione, intendono tuttavia approfondire alcune specifiche
tematiche all'interno di essa.
Tra queste ve ne sono alcune che vengono descritte
con grande efficacia come: l'uso delle domande (probabilmente il migliore
capitolo del volume), le emozioni e le dinamiche del conflitto (il volume parla
delle fasi dell'escalation di Friedrich Glasl, pur non citandolo
espressamente). Inoltre, come anticipato, riprende il tema dei sei cappelli per
pensare di De Bono, che considera come differenti elementi specifici dei
processi di pensiero al tavolo della mediazione.
Tra gli altri argomenti che rappresentano un valore
aggiunto, cito anche le interessanti schede di fine-capitolo, molto utili per
sintetizzare gli argomenti trattati, arricchire le esercitazioni da fare in
aula o per l'autoformazione e per offrire interessanti spunti di riflessione
(soprattutto sulla comunicazione) ai lettori (alcune di queste le ho riprese
anche nel mio blog). Inoltre è originale il fatto che non si parli quasi mai di
normativa, il che rende questo volume "particolare" e in contro-tendenza
nell'ambito della produzione editoriale sulla mediazione in Italia.
Difetti? Oltre al fatto che a mio avviso fatica a
"sfondare" rispetto al "senso" della facilitazione, un
altro aspetto, in particolare, mi ha colpito in negativo: manca una efficace
focalizzazione sulle attività del mediatore nel corso del procedimento. Infatti
il capitolo sulle fasi e' troppo breve per dare informazioni esaustive su cosa
faccia il mediatore fase per fase, momento per momento. Per la verità c'è una
tabella riepilogativa ma è troppo sintetica e manca, secondo me, del necessario
approfondimento.
Nonostante ciò, il volume resta molto interessante
per alcune scelte di fondo (su tutte, a mio avviso, la trasversalità dei
contenuti e la mancanza di una parte normativa) e perché tratta in modo
originale (anche attraverso l'uso efficace di immagini) alcuni argomenti
"riletti" secondo un'impostazione più legata alla formazione
comportamentale e lo sviluppo personale. Ottimo come lettura integrativa.
Grazie. Un libro da acquistare proprio per il taglio trasversale
RispondiElimina