Formare con il cinema. Questioni di teoria e di metodo. A cura di Sergio Di Giorgi e Dario Forti, Franco
Angeli, Milano, 2011.
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In preparazione del mio prossimo progetto
editoriale, ho letto con grande interesse e passione il volume citato, nella
speranza di trovare utili spunti di riflessione in vista dell’approfondimento, in
generale, dell’uso del cinema nell’apprendimento degli adulti.
Il commento “a caldo“ è decisamente positivo perché
il volume rappresenta sicuramente un punto di riferimento per tutti i formatori
“cinefili”, non tanto in termini di “ispirazioni” rispetto a spezzoni “pronto-utilizzo”
da mostrare in aula (anche se, segretamente, la speranza era anche un po’
quella…), quanto nei termini di avere dei riferimenti “scientifici” sul ruolo
che il cinema ha nei confronti dell’apprendimento su tematiche diverse.
Come dicevo, il volume mi è piaciuto perché ha dato
importanti e utili risposte a tutta una serie di domande che, nel corso degli
anni, mi sono posto durante l’utilizzo in aula di scene di film. Domande di
carattere soprattutto teorico, volte a trovare il “bandolo della matassa” circa
il corretto utilizzo di uno strumento così potente, le cui risposte sono
fondamentali per arricchire e “dare anima” a un utilizzo pratico dello
strumento-cinema, risorsa unica per chi, come me, ha nei suoi confronti una
grande passione, prima ancora che pensarlo come strumento professionale.
Gli spunti, come dicevo, sono tanti. Direi che su tutti prevale la categorizzazione delle diverse tipologie di utilizzo (cercare di controllare il “senso”, ad es., attraverso la visione di una singola scena – magari dopo aver trattato uno specifico argomento a mo’ di suo rinforzo - oppure “aprire ai partecipanti” per approfondire i terreni – a volte anche non del tutto esplorati dallo stesso formatore - che essa può suggerire ai diversi osservatori?), ma anche il “ruolo” e le competenze richieste per il formatore cinefilo (metodologiche e tecnologiche); gli aspetti “storici” legati al connubio cinema e formazione (molto simpatici sono ad es. gli aneddoti riguardo i primi utilizzi di film come “La parola ai giurati” – diventato negli anni un vero e proprio “cult” anche per l’apprendimento, tra gli altri argomenti, anche della negoziazione), così come le riflessioni sull’importanza delle immagini.
In breve, un ottimo volume (a tratti, forse, un po’
troppo “di deriva” rispetto a temi pedagogici piuttosto che filosofici – ma
questo dipende, con ogni probabilità, anche dalla mia “prospettiva”, più che da
un connotato intrinseco del volume), con interessanti elementi sulla formazione
per gli adulti e sulle sfide che il cinema pone per tutti noi, formatori che amano
arricchire i propri interventi in aula con questo, affascinante, appassionante
e infinitamente “unico”, strumento.
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