Dal sito del Corriere della Sera un curioso articolo sull’”allegria” che caratterizza le trattative diplomatiche all’interno delle Nazioni Unite. “Allegria” causata da un consumo eccessivo di alcol che porterebbe alcuni diplomatici ad essere ubriachi durante le sedute...
Una famosa canzone popolare romana (La società dei magnaccioni) recita "Oste, portece n'artro litro... che noi se lo bevemo... e poi j'arisponnemo... embè, embè, che c'è?!". Buffo (e tragico al tempo stesso) immaginarselo per i diplomatici dell'ONU. D’ora in poi dirò il mio vero “valore aggiunto” come diplomatico potrebbe essere che... sono astemio! :)
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Troppo alcol alle Nazioni Unite. «Diplomatici ubriachi alle sedute».
Di Elmar Burchia (Corriere.it - 6 marzo 2013)
«Un brindisi alla pace e uno al bilancio!».
Il governo degli Stati Uniti lo ha detto chiaro e tondo: le Nazioni Unite a New York hanno un problema con l'alcol. Un diplomatico americano si è alzato in piedi in mezzo a una riunione della commissione Bilancio dell’Onu e ha rimproverato i colleghi: «D’ora in poi i negoziati si tengano da sobri». Ciò nonostante, gli Usa avrebbero goduto di «opportunità strategiche» grazie ad alcuni negoziatori brilli.
HAPPY HOUR
Ubriaconi all’Onu? C’è sempre stata una solida e responsabile tradizione secondo la quale un po’ di alcol non può che far bene a un negoziato, ma assopirsi alla buvette e arrivare totalmente sbronzi alle riunioni è un po’ troppo. Il già difficile processo dei negoziati sul budget annuale, tenuto attorno a Natale, è stato reso ancora più complicato dal fatto che numerosi diplomatici sono arrivati sbronzi, ha detto lunedì Joseph Torsella, il negoziatore che rappresenta gli Stati Uniti nella commissione Bilancio delle Nazioni Unite. «Gli Usa vorrebbero avanzare una proposta modesta: le sale delle trattative in futuro siano una ‘inebriation-free zone’». In parole povere: basta alcol durante i negoziati di bilancio del Governo Mondiale.
MARATONE
Sono le agenzie Ap e Reuters a riferire le «dichiarazioni ufficiali» del 40enne statunitense; sarebbero state dette durante un summit a porte chiuse. Il rappresentante ha sottolineato inoltre che i diplomatici «alticci» avrebbero sì dato delle «opportunità strategiche» agli Usa, ma che la commissione dovrebbe «salvaguardare lo champagne per festeggiare i propri successi alla fine delle sessioni», così da «onorare la reputazione del Quinto comitato». Il Quinto comitato si occupa infatti dell'amministrazione e del bilancio delle Nazioni Unite e l’annuale votazione dell'organizzazione viene finalizzato a fine dicembre, cioè nel periodo festivo per definizione. A volte queste maratone negoziali vanno avanti tutta la notte e, a quanto pare, i partecipanti non rinunciano ad alzare il gomito.
IL CANADA PORTA IL WHISKY - Alcuni diplomatici hanno confermato a Reuters che non è raro vedere i colleghi arrivare al lavoro con i postumi di una sbornia. Sul blog di Colum Lynch su Foreign Policy, prende la parola un diplomatico anonimo che paragona i negoziati sul bilancio a un vero a proprio circo. Secondo quest'ultimo, un rappresentante dell’organizzazione Onu G-77, non avrebbe potuto partecipare ai negoziati perché troppo ubriaco. Di più: un protocollista sarebbe addirittura stato allontanato dalla sala, sostituito d'urgenza da un collega, tanto era su di giri. «Non solo agli africani piace bere», ha detto un diplomatico del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che ha partecipato a molti negoziati sul bilancio, «anche i russi lo fanno». «Non c'è nulla di nuovo o sorprendente. I canadesi hanno sempre portato il whisky e i francesi le bottiglie di vino.»
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