martedì 19 novembre 2013

I Clash e l'"arte della reciproca necessità"

In questi giorni ho finito di leggere un bel libro di Piero Chiappano, Manager songbook, molto interessante, sui contatti tra la musica e la formazione comportamentale e manageriale e colgo l'occasione per dire che presto ne farò una mia personale recensione.

Tra le altre cose, del libro mi hanno molto colpito le parole di Joe Strummer riportate dall'autore nelle conclusioni del volume (p. 186). Strummer è stato frontman di un gruppo cult nel rock internazionale, i Clash ed è purtroppo deceduto nel 2002 per un attacco di cuore.


Strummer ha sempre creduto nella funzione sociale della musica e ne ha sempre esaltato il compito di esaltare le coscienze e contribuire alla formazione valoriale dell'individuo, per condurlo verso ciò che è fondamentale: "E ora vorrei dire che le gente può cambiare qualsiasi cosa se vuole, e intendo qualsiasi cosa al mondo. La gente corre, segue i suoi piccoli binari. Io sono uno di loro. Ma dobbiamo smettere tutti di seguire i nostri miseri binari. La gente può fare qualsiasi cosa. E' una cosa che sto iniziando a imparare. La gente là fuori si fa del male a vicenda. E' perché è stata disumanizzata. E' ora di riportare al centro l'umanità e di seguirla per un po'. L'avidità non porta da nessuna parte. Dovrebbero scriverlo su un grande cartellone a Times Square. Senza gli altri non siamo niente. Questo è quello che penso...".

Parole splendide che mi fanno venire in mente il concetto di ubuntuparola xhosa (uno dei dialetti sudafricani) che può essere tradotta con "umanità" o "benevolenza verso il prossimo". In realtà, rendendo più ampio il suo significato, la parola riguarda un'etica e/o un'ideologia dell'Africa sub-Sahariana che si focalizza sulla lealtà e sulle relazioni reciproche delle persone.
 È una vera e propria regola di vita, basata sulla compassione, il rispetto dell'altro. Appellandosi all'ubuntu si è soliti dire Umuntu ngumuntu ngabantu"io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo".


L'ubuntu rimanda all'idea di riconciliazione e tolleranza ("Ciò che riguarda te, riguarda me...", "Una persona è una persona perché esistono gli altri...") ed è stato uno dei pilastri fondamentali dell'attività della Commissione di Verità e Riconciliazione in Sudafrica che ha permesso, non senza grandi sofferenze, di fare un passo in avanti rispetto ai traumi prodotti dall'apartheid

Trovo che sia un concetto utilissimo per descrivere "simbolicamente" la mediazione e mi sto convincendo sempre di più che esista uno stretto legame tra musica e gestione delle controversie per l'alto potere "simbolico" e "valoriale" che alcune canzoni hanno in termini di differenza di prospettiva riguardo la comunicazione e le relazioni interpersonali.

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