martedì 31 dicembre 2013

Buon 2000 (quatto) quatto-rdici da FormaMediAzione

Benvenuto futuro, perché anche di questo è fatta, nel presente, la rielaborazione del passato…

Fine anno, tradizionale momento per fare un bilancio, perché, volente o nolente, rappresenta un momento di chiusura di qualcosa che stiamo lasciando e di apertura verso un mondo nuovo, il nostro mondo, quello relativo al prossimo anno, qualcosa che stiamo per affrontare… 

Pur essendo un uomo-Bilancia (ascendente pavone, ci tengo sempre a sottolinearlo…), dico che tuttavia - sembra un contraddizione - non ho mai amato i “bilanci”, perché sembra quasi che per farlo ti servano due matite (ad es. una rossa ed una blu) per tracciare righe a fondo pagina che sintetizzano quello che va lasciato dentro e quello che, invece, va tenuto rigidamente “fuori”.

Per carità, non è che io non faccia anche questo… un po’ per sopravvivenza, un po’ per sano pragmatismo, un po’ perchè, essendo uomo, più di tanto (anzi, più di tante cose) non riesco a gestire, è chiaro che arriva sempre il momento di decidere per cosa impegnarsi ed investire il proprio tempo e le proprie risorse (mentali, prima ancora che fisiche e/o economiche); in definitiva, in cosa credere e cosa, invece, lasciar andare… Tuttavia, ho sempre avuto la tendenza ad accogliere tutto quello che mi è capitato perché penso che, in fin dei conti, tutto quello che ci accade faccia parte del nostro cammino… le cose positive, come quelle meno…

Da giorni si rincorrono nei social network e nei media i post o le dichiarazioni su cosa sia stato e che significato abbia avuto l’anno che sta per finire e la cosa che mi ha colpito (e che, più o meno mi colpisce sempre) è che si trovano spesso risposte su quanto sia stato difficile (per non dire complicato o addirittura schifoso) questo anno… e questo, più o meno, si ripete alla fine di ogni anno. Sembra quasi che si viva, anno dopo anno, nella metaforica condizione di attesa dei protagonisti del dramma di Samuel Beckett, Aspettando Godot… aspettiamo qualcosa (o qualcuno) per poi, chissà, scoprire, chissà quando e chissà come che questo qualcosa (o qualcuno) non verrà né oggi, né domani, né nel prossimo anno, né mai… 

Parafrasando una famosa frase di John Lennon, potremmo dire che la vita è quello che ci accade mentre stiamo aspettando qualcos’altro… quindi forse, in fin dei conti, questo fantomatico signor Godot siamo noi, con la nostra vita, con le cose buone e quelle meno buone che facciamo…

Io non voglio fare da bastian contrario e dire che va sempre tutto bene, anche se da profondo e “incorruttibile” ottimista e sognatore, voglio sempre cercare il lato positivo, o meglio gli spunti di riflessione, anche nelle situazioni più difficili e complicate (anzi, forse soprattutto in queste), perché ritengo che solo da questi si possa crescere e migliorare, anno dopo anno.

Per questo in questo ultimo giorno del 2013, vorrei fare, dalle colonne del mio blog, gli auguri che il nuovo anno dia ad ognuno di noi la possibilità di vivere pienamente i propri giorni, con lo sguardo rivolto al presente, considerando il passato per quello che è, tuttavia senza che questo impedisca di focalizzare la propria attenzione al futuro. D’altra parte un bella citazione di William Shakespeare ci invita a non farci rovinare il presente da un passato che non ha futuro… è un suggerimento che viene da lontano, ma che può portarci altrettanto lontano… nel 2014, come in tutti gli anni a venire…

Come al solito, dato che non sono capace di esternare un pensiero che non abbia anche un “riflesso” in una canzone e in un film, voglio dedicare a tutti i miei amici (più o meno vicini, spiritualmente e geograficamente parlando) un brano ed un film, da sentire (o risentire) o vedere (o rivedere). 

Cominciamo dalla canzone, la splendida Futura di Lucio Dalla (link - data ultima consultazione: 24 gennaio 2014)… quale miglior viatico per entrare “a gonfie vele” nel nuovo anno, attraverso una canzone di uno dei più importanti musicisti italiani, nella quale troviamo tutte le migliori espressioni dello spirito e dei desideri dell’essere umano, applicati al futuro, il punto di riferimento delle nostre azioni nel presente…

Per quanto riguarda invece il film, mi piace ricordare un capolavoro, usato ed abusato nelle aule di formazione, ma che ogni volta che lo vedo mi “regala” sempre nuovi spunti, anche alla 751a visione (più o meno questo è il numero di volte che l’ho visto)… sto parlando de L’attimo fuggente, film di Peter Weir con uno grande Robin Williams… certo, considerando anche le storie di cui parla, dal punto di vista del formatore, questo film offre anche spunti sugli aspetti etici del “ruolo” del formatore, sul “contesto” in cui questo agisce e sulle modalità con cui cerca di “facilitare” il cambiamento… su tutto questo molto ci sarebbe da scrivere. 

Tuttavia, in questa sede, mi piace riportare una delle sue scene più famose, nella quale il professor Keating sottolinea “E’ proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovrete provare…”.

(data ultima consultazione: 24 gennaio 2014)

Alziamo la testa come orizzonte temporale per guardare al futuro e, magari, spostiamoci per vedere le cose anche da una diversa prospettiva… chi legge il mio blog sa che sono alcuni miei “tormentoni”… elementi di cui ritengo ci sia bisogno anche nel prossimo anno, come sempre, più di sempre…

Tanti auguri da FormaMediAzione… e facciamo in modo che il futuro, una volta tanto, sia meglio di quello di una volta… non dipende solo da noi, certo, ma dipende anche da noi...

Stefano

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