giovedì 5 dicembre 2013

La vita... come è, come la vorremmo, come la possiamo riprendere nelle nostre mani - parte 2

Altra puntata di GODOT PRIDE, altro “giro” di musica, altro monologo finale ed altre considerazioni, anche questa settimana sulla vita e su tutto quello che “ci gira intorno”…

Riporto quindi di seguito il testo del “monologo" di chiusura, che potrete tuttavia sentire nel podcast della trasmissione (link - da 1h37’30’’ fino alla fine della trasmissione), da me, come al solito, anche provato a recitare durante la trasmissione... 

Buon ascolto! :)

____________________

Stasera abbiamo parlato di vita e di esistenza, concetti che possono essere molto semplici ed al tempo stesso molto complicati per tutti noi… 

Concetti che il film Forrest Gump ci permette in qualche modo di riassumere... intanto diciamo che il film del 1995 di Robert Zemeckis ha vinto tantissimi premi Oscar, tra i quali quello per il miglior film ed il miglior attore protagonista (Tom Hanks)…



Poi, nella scena di cui abbiamo appena ascoltato l'audio, Forrest Gump, mentre corre (e mentre si sentono in sottofondo splendide canzoni come Running on empty di Jackson Browne, On the road again di Willie Nelson, Against the wind di Bob Seger, ecc.) da una serie di “dritte” (per dirla alla romana) ad alcune persone su cose che poi avrebbero portato a dei brevetti commerciali di grande successo (come ad es. lo smile che ha imperversato per tanti anni o gli adesivi “shit happens” - "la merda capita")…

Mentre racconta tutto questo, Forrest Gump non si capacita del fatto che si potesse correre solo per il gusto di farlo:
“Non riuscivano a credere che uno poteva correre tanto senza una ragione particolare… Avevo voglia di correre… Ora, non so perché, quello che facevo sembrava avere un senso per le persone… qualcuno più tardi disse che avevo dato una speranza alle persone”.

Il punto a mio avviso sta tutto qui… non è nel pensare che possiamo trovare la vita, ma nel viverla… in fondo anche per la passione è così, no? Infatti, Enzo Ferrari dice che “la passione non si può descrivere, si può solo vivere”… 

Così, penso sia anche per la vita, che non si alimenta delle cose che diciamo o degli obiettivi che ci diamo… la vita si alimenta delle ciò che facciamo, perché la vita in fondo è fatta della stessa sostanza delle cose che facciamo… Il senso della vita arriverà, forse, da sé quando avremo vissuto, sofferto lottato, amato abbastanza per saperlo riconoscere, questo senso…

Ed allora viviamo, facciamo le cose, sbagliamo se necessario, cadiamo a terra, per poi rialzarci e ricominciare a correre, più forti e più determinati di prima… Viviamo per cercare un senso e forse noi stessi saremo “quel” senso… e daremo un senso anche a qualcun altro, proprio come Forrest Gump, che nel cercare la sua direzione aiuta gli altri a trovare la loro… ed è questo uno dei messaggi del film…

Ma non dimentichiamoci che è opportuno che noi diventiamo il senso di noi stessi, perché se non lo siamo, ogni gioia, ad es. il sorriso “monello” dei tuoi figli, l’abbraccio caldo di tua moglie, le soddisfazioni professionali, dicevo ogni gioia può essere ancora più luminosa ed ancora più calda e rinforzante…

Invece, senza questo senso ogni errore sembrerà ancora più grave, perché non sai se fa parte di un percorso o semplicemente è frutto del caso… dal caso certo si può apprendere, per carità (ed è il concetto di serendipità che ce lo ricorda), ma quando questo è inserito in un contesto, allora da esso si può apprendere ancora di più…

Martha Medeiros in una sua famosa poesia dal titolo Lentamente muore (Ode alla vita) nelle strofe finali sottolinea che 
“Muore lentamente 
chi distrugge l'amor proprio, 
chi non si lascia aiutare 
chi passa i giorni a lamentarsi 
della propria sfortuna o della pioggia incessante. 
Lentamente muore 
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, 
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, 
ricordando sempre che essere vivo 
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza 
porterà al raggiungimento di una splendida felicità”.

Dunque, io non so se è davvero questa la ricetta della felicità (o anche semplicemente di consapevolezza e serenità, elementi questi che ritengo peraltro meno fugaci e più durevoli)… 

So soltanto che quando provo a vivere, vivo veramente, e quando cerco di capire magari alla fine ci riesco, perché la vita va vissuta ed attraversata, in tutte le sue curve ed in tutte le sue pieghe, anche le più scomode, e che tutto alla fine ha un senso se siamo pronti a coglierlo e se vogliamo realmente farlo nostro…

E so anche che i colori nella vita esistono, come cantano i Coldplay nella canzone che sentiamo ancora in sottofondo… basta essere disposti ad abbandonare la logica di dire “è bianco o è nero”, logica dicotomica che non serve ad altro che ad escludere e non certo ad integrare… 

E’ quindi opportuno abbracciare una logica diversa, multi-colore…

Bianco e nero, infatti, sono sì due colori, ma sono solo due, fra le tante sfumature che possiamo leggere ed ottenere proprio con la nostra unica, fantastica ed irripetibile vita… non resta allora che cominciare a disegnarla, la nostra vita, per renderla appunto unica, fantastica ed irripetibile…

Nessun commento:

Posta un commento