Dal libro Le nuove virtù del mercato di Luigino Bruni (Città Nuova ed., 2012) riprendo un passaggio (pag. 85) che può essere utile per comprendere la naturale tensione tra cooperazione e competizione nelle interazioni con gli altri e come la "capacità di attrazione" dei benefici individuali (anche se di minore entità) talvolta finisca per influenzare la capacità di vedere i benefici comuni (soprattutto nell'incertezza - o mancanza di fiducia? - sulle scelte degli altri) condizionando le nostre scelte verso una direzione "utilitaristica".
Per quanto mi riguarda, penso che questo integrerà in aula il famoso esempio del “dilemma del prigioniero”…
A caccia del cervo o della lepre?
"Si potrebbe, e dovrebbe, descrivere la tragedia dei commons anche con altri giochi, forse più adatti, del tipo della caccia al cervo. La struttura logica di questo gioco risale addirittura a J.J. Rousseau sull'Origine della diseguaglianza tra gli uomini, in cui il filosofo ginevrino descrive un problema di cooperazione che si trovano davanti due (o più) cacciatori di cervo nella società precedente a quella moderna.
Cacciare il cervo richiede cooperazione e quindi necessità di un'azione congiunta, nella quale la parte degli altri è essenziale perché ciascuno possa raggiungere il suo obiettivo. La reciprocità richiesta dal cacciare un cervo ha allora un esito incerto (la parte degli altri non è controllabile: non c’è la possibilità di eseguire coercitivamente il contratto), mentre cacciare da soli una piccola lepre è operazione certa, sebbene meno remunerativa del cervo: la certezza della caccia alla lepre è data dal fatto che questa azione non richiede la cooperazione con gli altri.
(…) Decidere di inseguire e cacciare la lepre che si incontra mentre si segue la traccia del cervo produce dunque un risultato minore ma certo; fare, invece, la propria parte nel cacciare il cervo e resistere alla tentazione di prendere la sicura lepre che attraversa la strada mentre ci si dirige alla postazione della comune caccia produce un maggior risultato, ma solo se anche gli altri sono fedeli all’accordo e non inseguono a loro volta una lepre.
(…) Quindi la fedeltà al patto iniziale è la più remunerativa e la più fragile, perché, diversamente dalla caccia alla lepre, dipende interamente e drammaticamente dalle scelte dell’altro.”
Ringrazio l’amica Alessandra per il suggerimento :)
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