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La nazionale bosniaca di calcio era partita per i mondiali con grande aspettative e molti pensavano che sarebbe stata una delle “rivelazioni” dei mondiali di calcio che si stanno svolgendo in Brasile.
Tuttavia, dopo le tre partite del girone di qualificazione, non è riuscito a superare il primo turno (dopo aver ottenuto due sconfitte - contro l’Argentina, 1-2 e Nigeria, 0-1 - ed una vittoria, contro l’Iran, 3-1) e così, contrariamente alle previsioni di molti esperti, è tornata anzitempo in patria.
Delusione? Dirà qualcuno… ed invece no, perché alle volte partecipare ha la stessa importanza della vittoria. E non per riprendere un famoso motto di Pierre De Coubertain (fondatore dei moderni giochi olimpici), “L’importante non è vincere, ma partecipare”, ma per sottolineare il “peso specifico” che hanno alcune partecipazioni, in termini di significato e simbolismo.
Questo è il caso, appunto, della Bosnia (alla sua prima partecipazione ad un mondiale) che nei primi anni ’90 è stata (insieme a gran parte dell’ex-Jugoslavia) devastata da una guerra che è penetrata nel più profondo dell’anima delle persone, spesso mettendo uno contro l’altro amici, familiari, persone che fino a poco tempo prima “condividevano” lo stesso territorio, le stesse città e le stesse case.
Dalle parole di Edin Dzeko (attaccante della nazionale bosniaca e del Manchester City) emerge il significato della "partecipazione", l'importanza dell'esserci: “Ho imparato a giocare a calcio in casa, con i sacchi di sabbia alle finestre... C'era la guerra... Il giorno che ci qualificammo per questi mondiali mia madre piangeva in tribuna. Mio padre salto' letteralmente in campo e corse verso di me, lo abbracciai... Anche lui piangeva. Ed io piangevo… Per noi bosniaci questo non è stato solo un mondiale, e' stato... Vita”.
Vincere è importante, certo e questo vale sempre… ma in qualche caso, partecipare, come significato di esistere, lo è anche di più… ed allora lunga vita al calcio, se e quando (ancora) ha la capacità di rappresentare una metafora di rinascita e di vita. Per vincere, semmai, ci sarà tempo...
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