lunedì 11 agosto 2014

Uno spunto sulla resilienza

Dal libro di Andrew Zolli (con Ann Marie Healy), dal titolo Resilienza (Rizzoli, 2014), riprendo una bella pagina su quanto questa sia importante ai fini della nostra vita.

Innanzitutto, una definizione di resilienza, data dall'autore: "la capacità di un sistema, di un'impresa o di una persona di conservare la propria integrità e il proprio scopo fondamentale di fronte a una drastica modificazione delle circostanze" (pag. 15).

Successivamente l'autore sottolinea che essa è in qualche modo inevitabile  perché "la resilienza ci costringe a prendere sul serio la possibilità - o persino la necessità - del fallimento e ad accettare i limiti della conoscenza umana e delle nostre previsioni. Dà per scontato che non abbiamo tutte le risposte, che verremo colti di sorpresa e commetteremo errori". Starei per dire, che siamo umani e che le cose cambiano...


Tuttavia, il suo invito non è quello di assumere una posizione difensiva nei confronti dell'incertezza e del rischio; la chiusura, in questo senso, serve a poco o nulla. Anzi, al contrario "incoraggiando l'adattamento, l'agilità, la cooperazione, la connettività e la diversità, può spingerci ad abbracciare un nuovo modo di stare al mondo e a impegnarci più in profondità" (pag. 26). Essere aperti, cooperativi e connessi, il tutto "condito" dalla differenza. Questo vale per i sistemi, ma anche per gli esseri umani.

In breve, è vero che la nostra vita, come quella delle organizzazioni e dei sistemi complessi, è sempre più caratterizzata dalla dinamica e dal cambiamento; ora, sembra dire l'autore, è certamente importante capire perché ciò è avvenuto, ma lo è - forse - ancor di più acquisire la consapevolezza che la resilienza può essere davvero un ottimo alleato per permetterci di affrontare, e soprattutto gestire il cambiamento, nel modo più adatto.

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