mercoledì 5 novembre 2014

Da "Mondo" di Cesare Cremonini l'occasione per una riflessione sulla mediazione


Nella puntata del 27 ottobre scorso di COSI’ PARLO’ CERATHUSTRA, in conclusione, abbiamo ascoltato questa splendida canzone di Cesare Cremonini… è stata l’occasione per fare una riflessione sulla mediazione e sul suo significato nella vita di tutti i giorni.

Il testo è splendido… riporto solo una strofa, rappresentativa di tutta la canzone:
“Ho visto un posto che mi piace si chiama Mondo 
Dove vivo non c'è pace ma la vita è sempre intorno 
Più mi guardo, più mi sbaglio, più mi accorgo che 
Dove finiscono le strade e proprio li che nasce il giorno 
Ma questo è il posto che mi piace si chiama mondo. 
sì questo è il posto che mi piace”.

Io credo fermamente nella mediazione, come approccio alle relazioni con gli altri ed alla vita in generale. Per chi parla questa lingua (che propone un'alternativa al dualismo pro/contro, bianco/nero, o/o), probabilmente le cose non saranno mai granché "simpatiche"... 

Ma l'e/e di orientale memoria non è simbolo di ipocrita fondamentalismo negoziale, ma scelta di vita... vedere l'apprendimento in tutto, perché da tutto si apprende, guarda un po' anche dagli altri. 

"Ho visto un posto che mi piace, si chiama mondo…”, dice la canzone di Cremonini. E nel mio mondo gli opposti, se non proprio si attraggono, almeno provano ad incontrarsi, a parlarsi, a raccontarsi storie… per scoprire che, talvolta, queste storie se non sono uguali, almeno si assomigliano, hanno dei tratti comuni, c’è qualcosa che ricorda qualcos’altro… 

E quel fuoco, forte, potente e sacro che arde dentro di noi, spero che ogni tanto esca fuori, perché se il nostro compito è spegnere i fuochi, è opportuno conoscerli questi fuochi, guardarli con gli occhi di chi combatte… perché altrimenti non impareremo mai a gestirli, a maneggiarli, ad elaborarli… in breve a trasformarli in energia… COSI’ PARLO’ CERATHUSTRA (ogni lunedì, dalle 21 alle 23 a Radio Godot)… Stay with us!

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