venerdì 5 dicembre 2014

Da Il Sole 24 ore - Risultati della sperimentazione del Progetto Nausicaa 2 (di Marco Marinaro)

Riporto nel mio blog la solita, puntuale, analisi di Marco Marinaro sui risultati relativi ad un progetto molto interessante, il Nausicaa2, sulla mediazione demandata dal giudice presso il Tribunale di FirenzeLa mediazione... funziona :)


Mediazione, il "modello fiorentino": i dati di un anno di sperimentazione
di Marco Marinaro - Guida al diritto, 3 dicembre 2014. 

Quando la mediazione si svolge "effettivamente" l'accordo viene raggiunto tra le parti nel 39% dei casi ed anche dopo l'esito negativo della mediazione le parti riescono a negoziare ed a risolvere transattivamente circa il 28% delle liti che dovrebbero ritornare dinanzi al tribunale per il prosieguo del processo. Sono soltanto alcuni dei dati più significativi che sono emersi dalla sperimentazione condotta sulla mediazione demandata dal giudice presso il tribunale di Firenze dal giugno 2013 sino al giugno 2014 (con rilevazione dei dati sino al 30 ottobre 2014) divenuto un vero e proprio incubatore in una inusuale sinergia per l'esperienza italiana tra teoria e pratica.

Il progetto - Una sperimentazione avviata nell'ambito del Progetto Nausicaa 2 dove la più alta ricerca scientifica non soltanto giuridica ha visto protagonista il L.U.A.M. (Laboratorio congiunto di ricerca "Negoziazione e mediazione dei conflitti per le imprese e per le organizzazioni complesse UN ALTRO MODO") dell'Università di Firenze diretto dalla professoressa Paola Lucarelli che con la collaborazione dell'Osservatorio sulla giustizia civile del tribunale di Firenze ha costruito un percorso complesso utile a dare piena effettività alla mediazione che si avvia nel corso del processo per iniziativa del giudice.

L'elaborazione dei dati stastistici raccolti è stata molto articolata in quanto, pur avendo coperto un solo anno, ha dovuto tener conto della modifica legislativa apportata nel settembre 2013 che ha trasformato il ruolo di impulso del giudice da mero sollecitatore a decisivo attore della mediazione essendo stato dotato di un vero e proprio potere di ordinare alle parti di svolgere la mediazione nel corso del processo.

La presentazione dei risultati della ricerca presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Firenze ha visto svolgersi un articolato e costruttivo confronto tra magistrati, avvocati, mediatori, imprese e cittadini. I dati sono apparsi immediatamente di notevole interesse in quanto costituiscono il primo rigoroso rilevamento che partendo dalle cancellerie del tribunale ha consentito di seguire il percorso di ciascuna singola controversia presso gli organismi di mediazione sino al loro "rientro" presso l'ufficio giudiziario.

Un monitoraggio completo e puntuale che descrive e valorizza l'impegno dei magistrati che hanno aderito al progetto e che hanno potuto usufruire di un supporto scientifico ed operativo da parte di stagisti dell'Università che hanno contribuito ad analizzare in un anno ben 2.753 fascicoli. Da questo studio i giudici hanno ritenuto mediabili 1.122 controversie e tra questi hanno poi disposto inviti/ordini di mediazione per un totale di 507 ordinanze.
L'effettività della mediazione - Occorre tenere presente un ulteriore dato che appare quanto mai significativo. È ormai noto infatti che il tribunale di Firenze nell'ambito del progetto sulla mediazione demandata ha avviato nel mese di marzo 2014 un percorso ermeneutico volto ad affermare dopo la riforma del 2013 l'effettività della mediazione disposta dal giudice o, meglio ancora, e più correttamente quando la stessa costituisce condizione di procedibilità (ex lege o iussu iudicis); per cui le ordinanze dell'ultimo trimestre di sperimentazione (il cui orientamento interpretativo è sempre più diffuso e condiviso nei tribunali) potranno far segnare un ulteriore incremento del dato relativo alle procedure delegate concluse con accordo, considerato che ben il 44% sono i procedimenti non svolti (posto che l'indirizzo interpretativo non potrà non avere una sua decisa incidenza se si considera che attualmente sul totale delle procedute svolte e quelle non svolte emerge che nel 22% dei casi la parte invitata non partecipa e nel 28% dei casi non è disponibile a procedere).

Molti tribunali italiani guardano con interesse al "modello Firenze", non soltanto per i risultati già ottenuti e che in prospettiva appaiono di straordinario rilievo, ma quale raro esempio di sinergie sul territorio tra università e tribunale, oltre che gli altri operatori del mondo della giustizia e della mediazione. Sinergia che a Firenze apre le porte a nuove prospettive di ricerca e di sperimentazione per una ancor più avanzata progettualità verso l'avvio nel 2015 della fase "3" dell'ormai noto Progetto Nausicaa.

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