domenica 8 gennaio 2012

Il giudice saggio

Riporto nel mio blog un aneddoto che ho trovato spesso citato in diversi volumi.
 
"Una delle storie più significative ed efficaci riguardanti l'arte di ascoltare è quella di quel giudice saggio di fronte al quale furono portati i due litiganti
Il giudice ascolta il primo litigante con grande concentrazione e attenzione e 'Hai ragione', gli dice. Poi ascolta il secondo e 'Hai ragione', dice anche a lui. 
Si alza uno del pubblico: 'Eccellenza, non possono aver ragione entrambi!'. Il giudice ci pensa sopra un attimo e poi, serafico: 'Hai ragione anche tu!'.

Ora, se sostituiamo a "giudice" il termine "mediatore" e ad "Hai ragione!" "Comprendo il tuo punto di vista!", probabilmente tiriamo fuori una buona tecnica di comunicazione di pronto utilizzo...

Tratto da Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano, p.9.

4 commenti:

  1. L'ho sentita narrare anche io qualche anno fa da una mediatrice israelita, con la variante che era un Rabbi e che si trattava di due contendenti.
    "Rabbi, Rabbi, il bianco è un colore, vero?", chiese il primo contendente.
    "Si può dire di sì, hai ragione!".
    "Ma Rabbi lui dice che il televisore che mi ha venduto è a colori, ma invece è in bianco e nero...!?!", esclama il secondo.
    "Beh, hai ragione!".
    "Una signora presente esclama:"Ma Rabbi, non possono avere ragione entrambi!".
    "Sì, hai ragione!".

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  2. anch'io ho sentito diverse varianti di questa storiella, ma indipendentemente da chi sono i due contendenti mi sono chiesta perché il giudice é definito saggio? non c'é una sola risposta, possono essere tante; perché dicendo ad entrambi che hanno ragione cambia da principio il prospetto della/e soluzione/i della contesa da win/lose a win/win, perché si dimostra completamente neutrale e quindi non tra-le parti ma al di sopra, perché in questo modo da una connotazione positiva alla contesa, entrambi hanno ragione quindi la soluzione porterà un 'guadagno' (ed una perdita) ad entrambi, perché dicendo hai ragione dimostra (come detto sopra) di aver capito il punto di vista di ognuno..........

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  3. Ciao Marina, credo che la "saggezza" (almeno ad interpretare il pensiero della Sclavi) sia data dall'accettazione dei diversi punti di vista. Io, piuttosto che dare ragione, preferirei dire di aver compreso. Infatti le cose, anche se possono sembrare simili, in realtà presentano "sfumature" diverse, in quanto nella comprensione non c'è condivisione. Tuttavia, come recita un famoso proverbio cinese "Comprendere non significa condividere, ma non si può condividere senza comprendere..." :)

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  4. Tecnicamente, direi che questa storiella riassuma quello che per il modello della pnl è esplicitato nella frase: "la mappa non è il territorio". Cioè, secondo questo modello, noi possediamo delle "mappe" per orientarci nella realtà che includono l'interpretazione del significato che diamo ad ogni cosa che viviamo. Tutto questo sulla base della nostra storia personale e delle interazioni e relazioni avute fin dalla nascita. Normalmente però tendiamo a confondere questa nostra versione della realtà con la realtà oggettiva. Quindi, se teniamo conto che le persone con cui parliamo hanno delle mappe diverse dalle nostre, potremo comprendere punti di vista e interpretazioni nuove e diverse di uno stesso evento, ma se crediamo che la realtà sia ciò di cui ci sentiamo sicuri.... confonderemo la mappa col territorio e potremo solo fossilizzarci sul torto e sulla ragione, irrigidendoci su un unico punto di vista erigendolo ad assoluto, cosa che il nostro interlocutore rifiuterà perchè percepirà come forzatura ad entrare in uno schema che non è il suo.

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