venerdì 22 agosto 2014

Quando la mediazione diventa una serie TV

Da Il Fatto Quotidiano di oggi, un interessante articolo di Patrizia Simonetti sulla fortunata serie TV Fairly legal che, ormai da tre anni, parla delle vicende di una mediatrice americana. Che anche la mediazione, poco a poco, cominci a "fare audience"? 

Lo riporto di seguito…

“Fairly legal”, la serie TV ora vira sui mediatori
di Patrizia Simonetti
(Il Fatto quotidiano - 22 agosto 2014)

Dimenticate Boston Legal, The Good wife e pure Law and Order. Lei arriva prima ed è talmente brava che gli avvocati di San Francisco potrebbero trovarsi presto disoccupati. Del resto, perché approdare in tribunale se la faccenda si può risolvere prima? Così ha gettato la toga alle ortiche per fare la mediatrice e nonostante la sua paradossale puntualità nell'arrivare costantemente in ritardo, ci mette il tempo di un caffè a trovare un accordo tra il rapinatore armato e il barista sotto tiro e nel suo curriculum vanta persino un incarico delle Nazioni Unite per una disputa sui confini tra Colombia e Nicaragua... vabbè, tra le relative ambasciate divise da un muro in Market Street, è stata davvero ingaggiata dall'Onu. 

Si chiama Kate Reed, è bella, brillante e ironica ed è la protagonista di Fairly Legal, serie di Usa Network che in patria ha raccolto 4 milioni e mezzo di spettatori e che mercoledì arriva in prima serata su Giallo con le due stagioni di fila. 

Kate (Sarah Shahi) vive sulla barca ereditata dal padre Teddy che prima o poi esploderà (non il padre ma la barca) e a volte si ritrova a brindare col vino rosso parlando con la sua urna cineraria, va a letto con l'ex marito Justin, avvocato presso la
procura distrettuale, anche se “non fa parte dell'accordo” ma lui è troppo fico e ha un assistente di nome Leo in fissa con il fantasy che colleziona cose tipo l’orologio di Buffy l’ammazza-vampiri autografato da Sarah Michelle Gellar che tiene gelosamente sotto chiave, ma che Kate distrugge per risolvere un caso assurdo: una bizzarra e complessa proposta di matrimonio finita con la perdita di un prezioso anello della nonna e una richiesta di risarcimento da 10 milioni di dollari a un attore disoccupato, un cameriere cantante e un’artista pasticcera. Capirete che non c’era altro modo.

POI C'È LAUREN, che non sa decidersi se considerarla “una perfida matrigna o una perfida socia”ma sul telefonino l’ha chiamata Wicked Witch, che la supplica di salvare lo studio legale di famiglia dall'esodo di clienti, persino quelli che hanno portato la bara del padre al funerale. E mentre indaga su uno strano incidente che mette a repentaglio l'accordo aziendale tra Charles e suo figlio Doug, scopre che quest’ultimo ha un debole per rossetti e parrucche e ne approfitta per salvare un bravo ragazzo dalla galera. 

D’altronde che sarà mai un ricattino a fin di bene se sei convinta che giustizia e verità sono più importanti della legge?

ps. Ringrazio Cristina per il suggerimento...

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